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L'alosa
o cheppia,
Alosa
fallax
(Lacepède, 1803) |
Caratteri
meristici - Per i caratteri meristici
sono noti i seguenti valori: PD 15-21, PA 18-25, PP 14-16, PV 8-9; 30-80
branchiospine; 55-65 scaglie in serie longitudinale, con 16-20 file in
serie trasversale; carena ventrale con 18-24 scudi anteriormente alla
pinna ventrale e 13-20 posteriormente. Considerando un complesso di
popolazioni di alosa i cui dati sono riportati da Quignard & Kartas,
il numero di branchiospine sul primo arco varia da 28 a 54; le vertebre
sono 47-59. Le branchiospine inferiori sono 20-25 nella popolazione del
Fiume Po e 24-32 in popolazioni portoghesi.
Pure
essendo evidente una certa variabilità nei caratteri meristici, il
confronto tra i valori medi rilevati in campioni di alose in migrazione
riproduttiva in sei diversi rami del Po non ha evidenziato differenze
statisticamente significative tra i campioni stessi. |
Descrizione
- Corpo relativamente alto e compresso in senso laterale. Testa a profilo triangolare.
Bocca
terminale con mascella superiore incisa. Assenza di denti sulle ossa
palatine. Sugli opercoli sono evidenti
striature raggiate. Peduncolo caudale piuttosto stretto. Pinna caudale
biloba con profonda incisura tra i due lobi. Intermascellare con incisione sottile e profonda.
Branchiospine ruvide, ossificate, non ravvicinate tra loro. Dorso verde azzurro, con riflessi metallici.
Fianchi e ventre argentei
o bianco argentei. Sui fianchi, a partire dal bordo superiore
dell'opercolo, sono presenti da 4 ad 8 macchie nere, spesso poco
marcate, di grandezza decrescente in senso anteroposteriore. |
Dimorfismo
sessuale - Non evidente. |
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Habitat
e abitudini
- Specie migratrice anadroma.
Pesce pelagico con abitudini gregarie,
svolge la fase trofica in alto mare
e compie migrazioni riproduttive per deporre
le uova nelle acque interne. Gli adulti si riuniscono in prossimità degli
estuari in primavera e fanno il primo ingresso in acqua dolce quando la
temperatura dell'acqua giunge alla temperatura di 10 - 12 °C. La
deposizione e la fecondazione si svolgono, con modalità collettive nelle
ore centrali della notte, e con temperature dell'acqua superiori ai 15 °C.
Attualmente la frega si svolge raramente fuori dai limiti di flusso e
riflusso della marea ma, prima della creazione di sbarramenti invalicabili
sui principali fiumi, questi pesci risalivano i fiumi per notevoli
distanze. Ad esempio nel Rodano si pescavano alose fino a 600 chilometri
dalla foce e nel Po giungevano fino all'altezza di Torino. Nei fiumi della
Sardegna i riproduttori compaiono alla foce dei fiumi a partire da
febbraio, mentre in quelli dell'Italia centrale e settentrionale gli
arrivi iniziano generalmente in marzo. Il ritorno a mare dei riproduttori
avviene entro luglio. La maggior parte degli avannotti si sposta in acque
salmastre durante la prima estate di vita, vi si trattiene per lo
svernamento, e migra in mare alla fine del secondo anno di età, dove viene
completata la crescita. Il flusso migratorio che interessa il delta del Po
si svolge prevalentemente attraverso il Po di Levante, caratterizzato da
portate più costanti e da migliore qualità delle acque rispetto agli altri
rami.
In Adriatico le cheppie trascorrono l'inverno isolate, stazionando in prossimità
del fondo, mentre in estate si possono osservare piccoli branchi di
immaturi in crescita e di adulti non riproduttivi che stazionano in
superficie.
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Alimentazione - In mare gli adulti si cibano
di crostacei planctonici (copepodi e misidiacei), altri crostacei ed
elementi del plancton, e piccoli pesci. In acqua dolce gli adulti non si
alimentano. I giovani si nutrono di ogni tipo di piccoli invertebrati
planctonici e bentonici. Nel contenuto stomacale di esemplari in risalita
catturati nel fiume Tevere è stata rilevata la presenza preponderante di
crostacei gammaridi, seguiti da invertebrati, avannotti e piccoli pesci. |
Riproduzione
- I maschi sono sessualmente maturi fra 2 e 3 anni, le femmine
a 3 - 4. In grande maggioranza i
banchi di alose in migrazione sono costituiti da maschi di 3 - 4 anni e
femmine di 4 -5 anni. All'inizio del periodo di migrazione nei
banchi prevalgono i maschi, mentre nel periodo di massimo afflusso, in
aprile e maggio, prevalgono le femmine. Durante la riproduzione si formano
gruppi costituiti, in genere, da 1 femmina e da 20 maschi, La frega ha luogo in
acque basse su fondali sabbiosi o ghiaiosi. La femmina, sfrega il ventre
contro il fondo per provocare la fuoriuscita delle prime uova, quindi dà
inizio ad una serie di movimenti verticali dal fondo alla superficie, e
viceversa, durante i quali emette le rimanenti uova. Secondo Malfer le uova hanno
diametro di circa 1 mm e una femmina adulta ne può produrre fino a
diverse decine di migliaia. Dopo la frega le uova vanno alla deriva sul
fondo. Al termine della riproduzione la mortalità da stress incide
notevolmente sugli individui di maggiore età, tanto che le alose che
ritornano al mare al termine della primavera e all'inizio dell'estate
hanno taglie mediamente inferiori rispetto a quelle entrate in acque
interne. |
Accrescimento e resilienza - Tempo
minimo di raddoppiamento della popolazione, medio: 1.4 - 4.4 anni (K =
0.21 - 0.38; tm = 2 - 7; tmax = 25). Per
le alose che migrano nel Po le lunghezze totali massime rilevate per le
femmine sono di oltre 55 cm, con pesi di oltre 1,5 kg, mentre i maschi
raramente superano 50 cm e 1 kg. I branchi in migrazione sono costituiti in
grande maggioranza da maschi di oltre 3 anni e femmine di oltre 4 anni; i
valori modali di lunghezza totale sono rispettivamente di 41 e 45 cm. Le
curve di crescita nei due sessi mostrano valori simili fino al termine del
terzo anno, quando le alose misurano circa 40 cm, e incrementi leggermente
maggiori per le femmine di età superiore. Lunghezza massima segnalata:
60.0 cm SL. Peso massimo pubblicato: 1.500 g. Età massima riportata: 25
anni. |
Predatori,
parassiti e malattie - La specie viene predata da varie
specie di pesci ed uccelli ittiofagi. A. fallax è soggetta a malattie
virali e batteriche. Sono state ossevate varie specie di parassiti, tra
cui trematodi digenei, il trematode monogeneo Mazocraes alosae,
cestodi e crostacei parassiti. |
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Status
della specie - L'alosa è un pesce
ancora relativamente comune, anche se la costruzione di
sbarramenti e il deterioramento di qualità delle acque hanno determinato
in alcuni bacini drastiche riduzioni dell'afflusso dei migratori o, in
certi casi, l'impossibilità di raggiungere i fondali precedentemente
utilizzati per la riproduzione. Alla fine del secolo scorso l'alosa era
comune nel Po fino a Casale Monferrato, dove la presenza di una diga
impediva già allora un'ulteriore risalita, e si riproduceva in tutti i
principali affluenti; oggi, nello stesso bacino, la migrazione dell'alosa
non può procedere oltre lo sbarramento di Isola Serafini. In Lombardia
frequentava, nel 1896, tutti i principali affluenti di sinistra del Po.
Negli ultimi due decenni, grazie all'introduzione di misure di protezione
e di ripristino ambientale, la specie ha iniziato un lento recupero ed
attualmente, in gran parte dell'areale europeo le popolazioni appaiono
stabilizzate. Contrariamente alla tendenza europea, nella maggioranza dei
fiumi italiani, come ad esempio nel Tevere, in assenza di scale di monta o
di altri strumenti in grado di ripristinare la continuità fluviale, la
cheppia è praticamente scomparsa. |
Protezione
- Solo recentemente, in alcune regioni dell'Italia
settentrionale sono state introdotte misura di tutela, proibendo la pesca
nel periodo immediatamente precedente la riproduzione e consentendola solo
nel periodo in cui le alose tornano al mare; il divieto non è comunque
tale da impedire che ancora si catturino notevoli quantità di individui
entrati in acque estuarili all'inizio della primavera.
Nella Lista Rossa IUCN (International Union
for Conservation of Nature and Natural Resources) la specie è classificata
a preoccupazione minima (LC, Least Concern). |
Valore
economico - Pesce di scarsa importanza commerciale. Carni discrete,
ricche di spine; migliori quelle dei soggetti pescati in acque dolci.
Commercializzato fresco, congelato, essiccato ed affumicato. Viene anche
trasformato in farina di pesce, nonché utilizzato come esca per la pesca
di specie ittiche marine. Malgrado le carni siano poco apprezzate, l'alosa
è sempre stata intensamente pescata, sia dai pescatori professionisti che
da quelli sportivi. |
Pesca
professionale - Si praticava un tempo con reti a strascico e a
circuizione in acque marine litorali, nonché con reti di vario tipo e
"bilancioni" in acque fluviali durante la montata primaverile.
La rarefazione della specie, unicamente alla quasi completa scomparsa
della pesca fluviale di mestiere, ha in pratica azzerato la cattura di
questa specie già di per se stessa poco apprezzata. |
Pesca
sportiva - Viene praticata durante la montata riproduttiva in acque
fluviali con canna da lancio ed esche artificiali (cucchiai rotanti a 1-2
palette, piccoli cucchiaini ondulanti ad amo semplice, mosche artificiali
di grandi dimensioni). |
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