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Barbo rumeno,
Barbus
petenyi, Heckel 1852 |
Caratteri
meristici - Squame in serie
laterale: 52-59. Squame sopra la linea laterale: 8-11. Squame sotto la
linea laterale: 8-10. Pinna dorsale: III/7-8. Pinna anale: I-II/4-5. Pinne ventrali:
I/8. Denti faringei: 2.3.5-5.3.2.
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Descrizione
- Corpo allungato a sezione subcircolare, testa relativamente grande,
con muso appuntito e bocca in posizione ventrale ornata da 4 barbigli.
Labbro inferiore spesso, con lobo mediano pendulo. Profilo
ventrale semi rettilineo, dorso arcuato. Terzo raggio
indiviso della pinna dorsale flessibile, segmentato per tutta la
lunghezza, e non seghettato posteriormente.
La pinna anale, se spinta all'indietro, raggiunge un punto tra la metà del
peduncolo caudale e la metà del lobo della pinna caudale. Dorso bruno verde, variabile fino
a bruno nerastro, sfumato sui lati che assumono tonalità dorate, ventre
bianco giallastro. Testa priva di macchie o con piccoli punti scuri.
Guance ed opercolo maculati. Su dorso e fianchi sono presenti piccole macchie irregolari
scure, non sempre egualmente evidenti. Pinne pari prive di macchie. Pinna
caudale con macchie
scure allungate, di lunghezza superiore al diametro della pupilla. Il peritoneo è nero. Barbus petenyi si distingue dalle altre
specie del genere Barbus per i seguenti alleli del DNA mitocondriale:
AF112431 and AF248725–30 ( linea DNA mitocontriale Aof Kotlík & Berrebi 2002).
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Dimorfismo
sessuale - Non evidente.
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Habitat
e abitudini
- Fiumi e torrenti di montagna e collina con acque chiare,
correnti e ben ossigenate. Frequente nei corpi d'acqua di minore portata.
Specie bentonica, vive in piccoli branchi, composti da
individui di età e taglia diversa.
Barbus petenyi, moderatamente fotofobo, predilige corsi d'acqua
dalle sponde ben vegetate e con molti ripari in alveo, luoghi dove
trascorre le ore centrali della giornata.
Durante l'estate ricerca acque fresche ed
ossigenate, comune in rapide e raggi. Nei mesi più rigidi si raduna in
branchi nelle pozze più profonde, dove resta in stato latente riparato in
anfratti o sotto grandi massi.
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Alimentazione - La
dieta comprende larve di insetti
acquatici, crostacei e anellidi. Particolarmente predate sono le larve di
efemerotteri e di ditteri (chironomidi, simulidi ed altri). |
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Riproduzione - La frega avviene da primavera
inoltrata all'estate inoltrata, a seconda
delle condizioni climatiche. I branchi di riproduttori
attuano migrazioni in risalita, per raggiungere le aree di frega, situate
in acqua corrente a bassa profondità e substrato misto a ghiaia grossolana
e sabbia. La frega avviene
è ciclica, ogni femmina depone fino a tre volte per stagione. Per ogni
ciclo la femmina emette
alcune centinaia di uova. L'incubazione dura da una a due settimane, le
larve giacciono sul fondo fino al riassorbimento del sacco vitellino,
successivamente conducono vita bentonica alimentandosi di plancton,
microinvertebrati e detrito organico. |
Accrescimento e resilienza - Tempo
minimo di raddoppiamento della popolazione, medio: 1.4 - 4.4 anni. Specie
di taglia medio piccola, generalmente non supera i 25 cm. |
Predatori,
parassiti e malattie - Specie soggetta a malattie virali e batteriche. Ospite di varie specie di parassiti, come
sanguisughe dei generi Ichtyobdella e Piscicola, dal
crostaceo Lernaeocera cyprinacea che si localizza sulla pelle e
sulle pinne, dai generi Gyrodactylus, Dactylogyrus e Paradiplozoon,
che si annidano nelle branchie, pinne ed epidermide,
ma può essere infettato anche da vermi elminti, protozoi, ed
altre specie di invertebrati. Gli esemplari feriti e/o malati possono
contrarre infezioni micotiche. Tra i principali predatori figurano i salmonidi
(spesso immessi in gran numero per fini alieutici), che si
alimentano di questa specie in tutte le classi di età, uccelli ittiofagi,
come trampolieri, svassi ed anatre tuffatrici e, più raramente, rettili acquatici
e mammiferi. |
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Status
della specie - Attualmente la specie non sembra
essere in immediato pericolo, appare ben distribuita in quasi
tutto il suo areale. Devono essere comunque escluse alcune popolazioni,
minacciate da varie azioni antropiche
come il prelievo idrico, l'inquinamento industriale ed urbano e la
modifica degli alvei. Forti immissioni di salmonidi o di specie predatrici
alloctone, a scopo alieutico, possono pregiudicare la sopravvivenza di
questi pesci nei corsi d'acqua. |
Protezione
- Esistono leggi locali di protezioni, come misura minima e periodi
di divieto, ma generalmente si riferiscono a specie del genere Barbus
in senso lato. Nella Lista Rossa IUCN (International Union for
Conservation of Nature and Natural Resources) la specie è classificata a
preoccupazione minima (LC, Least Concern). |
Valore
economico - Specie priva di interesse commerciale. Le carni sono piuttosto scadenti e di conseguenza questa specie è
poco stimata dal punto di vista alimentare. Occasionalmente viene
commercializzato fresco o refrigerato. Localmente il pesce è apprezzato
come frittura o pesce da zuppa. |
Pesca - Localmente viene praticata pesca
semiprofessionale o, più spesso, di frodo con con lenze calate a fondo,
reti e con la bilancia. Nell'area di origine della specie è molto
diffusa la pesca con mezzi illegali, come veleni od esplosivi. La pesca
sportiva è quella classica per i pesci reofili: a razzolo con canna fissa o a mulinello, Le
esche più usate sono larve di mosca carnaria, lombrichi e
larve di insetti acquatici. |
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